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Titan, polemiche in rete: era proprio necessario?

Oltre 37 milioni di commenti sui social media nel mondo.

Abbiamo analizzato l’audience che ha pubblicato contenuti sul Titan e sul Titanic, scoprendone interessi e brand più affini

Una tragedia: è imploso il sommergibile Titan OceanGate in esplorazione negli abissi dell’Oceano Atlantico ad oltre 3.500 metri di profondità, mentre stava raggiungendo il relitto del Titanic. Sono tutti morti i cinque componenti dell’equipaggio e sui frammenti trovati dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti verranno condotte le analisi necessarie. Sono in corso di svolgimento le indagini per far luce sulla tragedia, sul progetto sperimentale dell’imbarcazione e sugli standard di sicurezza. 

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Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6 abbiamo analizzato le conversazioni in rete sulla sparizione del Titan, notizia amplificata da tutti i media del mondo ed entrata rapidamente tra i trending topic sui social media.

L’impatto sul volume dei thread generati è impressionante: oltre 37 milioni di commenti in rete nel mondo e circa 167mila utenti hanno partecipato alle conversazioni, condividendo notizie dell’ultima ora sull’accaduto, speculazioni e riflessioni di vario tipo. L’engagement raggiunge il massimo livello nella scala 0-1. L’implosione del Titan, infatti, ottiene un livello di interazioni altissimo: sul web ci si interroga sull’opportunità di missioni così rischiose, sul rapporto rischi/benefici del boom del turismo estremo (negli abissi marini, sulle montagne o in contesti pericolosi).

La comunicazione genera ulteriore comunicazione, propagando viralmente il messaggio sul web.
È successo anche per il Titan: la cronaca della scomparsa del sottomarino, le ricerche dell’equipaggio e il successivo ritrovamento dei frammenti dello scafo sono stati puntualmente raccontati dalle agenzie di stampa più seguite sui social media e quindi con elevata reach potenziale, trasformando un fatto di cronaca molto avventuroso, in un evento mainstream seguito a livello mondiale.

Nel grafico potete osservare la distribuzione delle conversazioni con picchi di volumi negli Stati Uniti su entrambe le coste, e in Gran Bretagna. 

Il sentiment analysis che si basa su metodi di linguistica computazionale e di analisi testuale per capire il livello di apprezzamento o di ostilità delle audience su un determinato contenuto, evidenzia alti livelli di disapprovazione. Il 52% dei commenti negativi riguarda gli sforzi e i costi necessari per tentare di salvare i passeggeri del Titan. Tentativi criticati dall’audience: numerosi utenti ravvisano disparita di trattamento rispetto ai profughi del Mediterraneo in cerca una vita migliore, sostenendo che ci sia stata un’ingiustificabile attenzione mediatica concentrata su una tragedia avvenuta in un contesto di pura evasione estremamente rischiosa, ma non determinata da alcuna necessità stringente. 

Nel 13% dei casi, invece, c’è sorpresa per l’implosione del Titan: molte persone hanno approfondito il funzionamento del sottomarino, simulando cosa potrebbe essere successo ipotizzando le cause dell’implosione. Infine, c’è anche tristezza presente nell’11% dei commenti e sconforto per un disastro evitabile, causato da una esperienza estrema considerata inutilmente rischiosa.

Il 6% dell’audience analizzata coglie i fatti di attualità per tornare a parlare del celebre film Titanic, sostenendo che potrebbe esserci presto un sequel della pellicola risalente al 1997. Il regista James Cameron non è caso è il più menzionato, seguito da Netflix, la piattaforma di streaming TV che tra i nuovi titoli previsti da luglio ha inserito anche Titanic di James Cameron. Una scelta che ha scatenato polemiche, accusando Netflix di voler monetizzare la recente tragedia del Titan.

Indagando il cluster di utenti interessati al film Titanic, abbiamo cercato di capire come poterli raggiungere con finalità promozionali e commerciali: i loro interessi prevalenti sono la televisione e film (36%) e la musica (28%). Il 61% di questa audience è composta da uomini, in prevalenza dai 25-34 anni (59%) con una forte affinità per Walt Disnay, Marvel, Amazon, Star Wars e Netflix. Particolarmente attivi su Facebook e YouTube. Sono persone che vivono in maggioranza negli Stati Uniti.