Il #ClimateChange surriscalda anche il web. A luglio picco delle conversazioni
In rete il cambiamento climatico non interessa ai Baby Boomer mentre i Millennials sono i protagonisti appassionati delle discussioni, dominate da preoccupazione e ansia.
Partiamo da un fatto accertato: l’estate del 2022 è stata la più calda della storia in Europa. Il mese di luglio ha fatto registrare 2,26 gradi centigradi in più rispetto alla media italiana dal 1800, anno da cui si registrano i dati. La concentrazione di gas serra nell’atmosfera ha raggiunto livelli record: l’anidride carbonica è aumentata di quasi il 150% rispetto ai livelli preindustriali, il metano del 262% e il protossido di azoto del 123% (*fonte: World Meteorological Organization). Si parla molto di cambiamento climatico sul web, circolano diverse teorie negazioniste, molte delle quali completamente prive di menzioni a studi scientifici, eppure il dibattito è alimentato da milioni di conversazioni sul web in tutto il mondo, che abbiamo indagato con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6.
Il riscaldamento climatico
Il clima della Terra ha sempre mostrato un’alternanza ciclica tra periodi glaciali e interglaciali, dovuta a piccole variazioni orbitali capaci di modificare la quantità di energia solare ricevuta dal nostro pianeta. Tuttavia, il riscaldamento climatico a cui assistiamo da circa 150 anni risulta anomalo, per velocità e intensità. Solo tra il 2022 e i primi cinque mesi del 2023 in Italia si sono registrati 432 eventi climatici estremi di elevata gravità, che portano a oltre 100 miliardi di euro la stima dei danni economici subìti dal nostro Paese negli ultimi 43 anni, e più di 22 mila morti complessivi (*fonte: la Società Italiana di Medicina Ambientale, Sima).
Analisi social listening
Evidenze scientifiche che tuttavia non bastano per convergere su una versione e una soluzione condivise del problema, sebbene se ne discuta moltissimo, spesso con toni polemici e vicendevole ostilità: 16 milioni di interazioni sul climate change monitorati dal mese di giugno 2023, con un altissimo tasso di interazioni (valore massimo in una scala 0-1). Il tema innesca discussioni accese, thread polemici, condivisioni di analisi, paper, menzioni e spesso chiama in causa anche addetti ai lavori come scienziati, climatologi e studiosi. Dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna a maggio 2023, avverse condizioni meteorologiche hanno interessato il nord Italia (grandine a Verone, nubifragi e vento fino a 110km/h a Milano) causando un picco di conversazioni il 25 luglio in rete. Uno sfogo collettivo di molte persone esasperate dai danni subìti, al quale è seguita la lettera aperta di 100 scienziati che rivolgendosi ai media hanno chiesto di non parlare più solo di maltempo, ma di approfondire e informare le audience delle cause del cambiamento climatico e delle soluzioni praticabili. L’esortazione degli studiosi – tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi – ad alzare il livello della consapevolezza e dell’allarme ha innescato ulteriore attenzione e discussioni sui social media, alimentando il picco rilevato il 25 luglio.
Sentiment analisys
Abbiamo, inoltre, effettuato la sentiment analysis – ossia l’analisi, in tempo reale, dei post positivi, negativi o sarcastici, e le reazioni degli utenti inerenti qualsiasi personaggio, evento, locale o globale – sul cambiamento climatico e in particolare stringendo il focus sul nostro Paese: i contenuti pubblicati sono caratterizzati dal 55% di disapprovazione, preoccupazione e sconforto per la situazione climatica e i disastri naturali all’ordine del giorno, col timore che diventeranno la “nuova normalità”. Il 31% è associato alla rabbia e frustrazione causate da una situazione molto preoccupante, che pare essere irreversibile e la cui causa è attribuibile all’uomo. Infine, rileviamo il 3% di ammirazione e gratitudine verso i lavoratori che aiutano e supportano le zone colpite dall’emergenza o dell’ironia per stemperare gli animi.
Analisi delle audience
Analizzando le audience più attente e sensibili alle discussioni sul cambiamento climatico e al surriscaldamento globale, osserviamo uno scarsissimo interesse (1%, pressoché irrilevante) da parte dei cosiddetti Baby Boomer (nati tra il 1946-1964), mentre la fascia di età più attenta e partecipe in rete sembra essere quella dei Millennial (1977-1997), insieme alla Generazione Z (nati dopo il 1997) e Generazione X (1965-1976). Tendenzialmente, quindi, più si retrocede nel tempo e maggiore è il disinteresse per temi certamente agganciati all’attualità, ma conseguenti a scelte di politica industriale ed economiche delle generazioni passate.
Gli hashtag maggiormente associati alle conversazioni sono #natura, #Italia, #climatechange, #sostenibilità (raccolta differenziata, economia circolare e contenuti sulle buone pratiche domestiche e le scelte individuali civiche per attutire l’impatto del cambiamento climatico) e #landscape. Per quanto riguarda gli interessi troviamo una certa sensibilità e preferenza per Healthy Living (cibo vegano), moda, arte, viaggi e attrazioni come la fotografica. Tutte aree di interesse solitamente associate a categorie di persone dotate di una buona istruzione e titoli di studio universitari.
Le tematiche di interesse preferite, quindi, sono strettamente inerenti alla salvaguardia della salute, il benessere psicofisico e le scelte di consumo dotate di forte senso civico. Particolarmente attenti al trend di mercato in forte crescita come il “vegan food”. L’audience è composta da persone con una spiccata attitudine all’utilizzo dei social media (83%), principalmente Facebook.